AGRICANTUS, NUOVO DISCO E NUOVA VITA A BARCELLONA
Tonj Acquaviva e Rosie Wiederkehr del gruppo Agricantus.
Bandleader e fondatore dello storico gruppo di world music lui (percussioni e voce), compositrice e voce inconfondibile lei, i due formano un sodalizio artistico da circa 20 anni, ma, se si contano gli esordi, gli Agricantus sono “alive and kicking” da quasi 30.
Autori e interpreti di bellissime melodie mediterranee – di matrice siciliana almeno all’inizio – gli Agricantus ospitano nei loro dischi le voci e le percussioni arabe, le chitarre dei Tuareg, i mantra dei monaci tibetani … Un vero e proprio condensato di suggestioni, liriche e parole “provenienti dal mondo”. E per chi si domandasse che fine avesse fatto questo gruppo oggi più che mai cosmopolita – Sicilia, Sardegna, Svizzera, Argentina, Cina, Svezia … le terre d’origine dei nuovi e vecchi componenti della band – ci sono novità che bollono in pentola. Un nuovo disco è in uscita in autunno, il cui filo conduttore sarà il mare Mediterraneo, e una tournée che porterà la band, oltreché in Italia, in Argentina, Giacarta, Thailandia. Continua, inoltre, la **** collaborazione con Amnesty International, con cui la band sta producendo numerosi video su tematiche d’interesse comune, Unicef, Emergency.
Tonj ci ha accolto nella sua bella dimora barcellonese, situata ai piedi delle colline che ospitano il Parc Güell. All’ombra di un albero di limoni carico di frutti profumati – e poteva mancare questo nel giardino di un siciliano doc? – Tonj vive con la sua compagna (nonché manager del gruppo) Natacha Tanzilli e la loro bambina di 4 anni, Miriam.
Vi raccontiamo “l’espatrio”, in tempi di crisi, nelle testimonianze del palermitano Tonj e la svizzera Rosie. Quest’ultima non è alla sua prima esperienza di “salto delle frontiere”: dalla Svizzera all’Italia, alla Spagna.
VVC. Rosie, cominciamo da te, di dove sei e quali passaggi hai fatto per arrivare a Barcellona?
Rosie Wiederkehr. Io sono di Lucerna (Svizzera). Sono “alpina” e il mio primo cambiamento di vita all’estero è stato quando sono passata dalla Svizzera in Italia, a Palermo, per unirmi agli Agricantus, una ventina d’anni fa. Poi ho vissuto in Toscana (in Maremma) e per tanti anni a Roma. Ora vivo a Barcellona da circa due anni.
VVC. Tonj, e il tuo percorso?
Tonj Acquaviva. Io sono palermitano e a Palermo, circa 30 anni fa, sono “nati gli Agricantus con Mario Riva, Mario Crispi, Giuseppe Panzeca e poi, Rosie, che è rimasta. Oggi siamo un po’ cambiati, evoluti sia musicalmente che per quanto riguarda la componente umana, ci sono professionalità nuove e altre che hanno preso altre strade. Noi siamo sempre stati un po’ in giro per il mondo, per la nostra musica, le nostre ispirazioni, e prima di approdare a Barcellona avevo già vissuto all’estero. Da due anni la mia base è qui, assieme alla mia compagna e alla nostra bambina.
VVC. Perché avete scelto Barcellona?
R.W. È una bellissima città e si vive molto bene. La vita quotidiana è molto semplice, se paragonata a quella di Roma: un vero spasso. E poi apprezzo molto il rapporto con la gente e, naturalmente, il mare, fonte infinita d’ispirazione. È una scelta più personale che professionale. Penso che sia importante che la vita quotidiana rispecchi il tipo di persona che sei. Se vivi in un posto dove devi continuamente lottare contro una mentalità che non è la tua, ti logora e questo logora anche la creatività, a lungo andare. Qui mi sento alleggerita.
T.A. La scelta, in sostanza, è legata all’energia. Tutto sommato, noi abbiamo sempre trasformato persino i momenti di crisi in musica, però un supporto è necessario. Ma là dove alla fine ti senti molto solo, in solitudine, la tua energia comincia a scemare e rimanere sul posto non serve più ne a te, né agli altri. Io ho viaggiato molto, ma quando sono arrivato qui … è stata un poco una rivelazione, mi sono chiesto se in “un’altra vita” non ci avessi già vissuto …
VVC. Voi siete arrivati qui nel pieno di una profonda crisi economica, che scuote la Spagna da almeno quattro anni e non ha risparmiato il capoluogo catalano. Che differenza c’è tra l’affrontare la stessa crisi, che è comunque globale, a Barcellona e a Roma?
T.A. Abbiamo lasciato l’Italia perché avevamo la sensazione che il paese si disgregasse. Dopo un ventennio vissuto come il nostro, la crisi che già era in atto almeno due anni, e che oggi sfocia in situazioni terribili come i suicidi di persone rovinate economicamente, ha portato la gente a chiudersi. Molti miei amici non uscivano più di casa … Un individualismo sfrenato, inteso nel senso negativo del termine, ha preso il sopravvento. La gente si è ritrovata senza soldi, depressa … Vivere in Italia e vivere in Spagna in questa situazione fa una grossa differenza. E la differenza è, intanto, nei servizi offerti dalle amministrazioni pubbliche, e poi nel come la gente affronta le cose. Tenendo fermo il punto che, finalmente, anche in Italia, si sta reagendo, e si sta reagendo bene, il fatto di avere poche o scarse infrastrutture ha ammorbato ancora di più quella che è la situazione italiana. Ci siamo tenuti per trent’anni una situazione impressionante, cioè un tappo enorme. In Italia abbiamo un problema: … questa riverenza verso il potente di turno, questo fascino verso il potere che ci fa accettare cose che in altri paesi non sarebbero tollerate …
R.W. Io seguo molto i movimenti e, in particolare, il movimento 15-M (gli indignados) qui a Barcellona. Qualche giorno fa ero in Plaça Catalunya dove c’è stato un enorme assembramento di persone, giovani, anziani, gente di tutte le età, per il primo anniversario della nascita del movimento, avvenuto nel maggio del 2011. Si è parlato di tematiche importanti: scuola, sanità, economia, finanza … Sono state discusse delle idee interessanti. Lì per terra sulla piazza, in mezzo a tutti, ognuno prendeva la parola, si discuteva in modo pacato e civile. Una cosa è certa, io sono convinta che sia necessario cambiare il sistema finanziario, almeno in Europa, perché è già chiaro che così non si può andare avanti. Questo movimento, sorto da un motto d’indignazione è cresciuto e, con le misure che si stanno prendendo in Spagna, che non risolveranno il problema e si fa sempre più forte. Ho la speranza che, grazie alla grande capacità dell’aggregazione dei cittadini, si potrà alla fine cambiare qualcosa. Anche in Italia ci sono movimenti, gente positiva che vuole, tenta di reagire, ma noto una forte polemicità. È questo il problema. Questa spiccata tendenza alla polemicità eccessiva non fa che aumentare il rancore, la conflittualità ed è, probabilmente, quello che alimenta i problemi, impedisce di cambiare lo status quo. Quello che ho notato a Barcellona è una forte volontà propositiva, il tentativo di fare qualcosa insieme agli altri per il bene comune. Questo mi fa sentire meglio e mi da speranza per il futuro.
Il sito ufficiale degli Agricantus: www.agricantus.info